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Bresciaoggi 9 Giugno 2011


Alla “Proai Golem” si corre con il cuore

Provaglio d’Iseo. Domenica la ventesima edizione della gara. Si assegna il titolo regionale di corsa in montagna. Con i proventi sarà costruito un pozzo nel Burundi.

Domenica partirà da provaglio d’Iseo la 20esima edizione di una delle più importanti gare di corsa in montagna: è la ormai mitica «Proai-Golem», con ritrovo alle 6,15 in piazza portici e partenza alle 7.
Anche stavolta la competizione assegnerà il titolo del campionato regionale individuale lunghe distanze. Come sempre è organizzata da Asd Atletica Proai Golem, sottosezione Cai di Provaglio d’Iseo, Asd atletica Franciacorta egruppo sportivo la Soldanella.
RILEVANTE anche l’aspetto benefico della manifestazione: con i proventi delle passate edizioni, è stata interamente finanziata la costruzione di un pozzo per l’acqua nel villaggio di Meguet in Burkina Faso, e sono stati adottati a distanza numerosi bambini in Africa. Inoltre sono state acquistate una quindicina di macchine per cucire già operanti al Liceo Kutomisa, gestito in Congo dalle Suore Poverelle. Tutti progetti che continueranno anche stavolta. Con i proventi di quest’anno sarà infatti, realizzato un pozzo in un villaggio nel sud del Burundi.
Come sempre la Proai Golem si preannuncia tanto dura quanto affascinante. Ci si scalda i muscoli per le strade di Provaglio d’Iseo giusto per sbuffare subito sulla sgroppata che porta rapidamente dai 220 metri del paese alla Madonna del Corno e ai mt. 673 del Cognolo. Da qui si inizia la lunga traversata che inizia col Mafa, il Marus, prosegue verso il Bocass e scende sotto i 500 metri a Santa Teresa. Si passa poi dalla chiesetta di San Martino, da Invino dal Nistisino e da Dazze, da Pastina, da Portole, fino in Croce di Marone. dove inizia il balzo finale verso il Golem. Sono 800 metri di dislivello che si mangiano in fretta nei primi due faticosi tratti:
300 metri in altezza e si arriva alla Malpensata da dove ci si arrampica fino alla prima malga del Guglielmo.
DAI 1600 METRI della malga si prosegue lungo la strada e si raggiunge la malga del Guglielmo di sopra, con il Rifugio Almici ben in vista, percorrendo un tratto che la tradizione ha battezzato «muro del pianto». E poi si va al traguardo. L’organizzazione raccomanda ai tanti appassionati di montagna di non ostacolare la corsa. In particolare gli appassionati mountain bike sono invitati a non scendere a valle fino alla fine della
corsa. F.SCO.

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